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Nell'incerta nebbia della memoria, tra le ombre degli alberi di camelia di villa Giannone lo stavo cercando, seguendo il richiamo infallibile del cuore. L'unico modo per riportarlo a casa. "Ci-cci-lli-no! Ci-cci-lli-no! Mi senti? Stiamo giocando a nascondino, vero? Era il nostro gioco preferito. Io li conoscevo tutti i tuoi nascondigli, però tu riuscivi sempre a sorprendermi sbucando da posti nuovi e impensabili. Fa bum, ti prego, ho contato fino ad un milione, fa bum anche questa volta e vieni fuori alla grande". E, come nell'infanzia, Ci-ci-lli-no tutto ad un tratto si materializza. È tra un gruppo di dispersi, la cartella clinica sulle gambe. (Prefazione di francesco Costa)